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Giulio Paolini

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Giulio Paolini nasce a Genova nel 1940. Genovese di nascita e torinese di adozione, Giulio Paolini si è imposto sulla scena artistica degli anni Sessanta attraverso uno stile inconfondibile, che lo ha reso uno dei più conosciuti protagonisti dell’arte Povera e delle esperienze concettuali minimaliste. Negli anni Sessanta le sue opere analizzano le strutture della visione e i metodi del fare artistico anche attraverso strumenti e tecniche della pittura (nei quadri compaiono barattoli di vernice, pennelli, telai: preparazione della tela, quadrettatura). Nel 1964 alla Galleria La Salita di Roma, analizza il complesso rapporto tra l’opera e lo spazio espositivo ed il ruolo e il comportamento che lo spettatore assume nello spazio della visione. Esemplari, di questa prima fase e di tutta la sua produzione, le opere: Disegno geometrico e Giovane che guarda Lorenzo Lotto. Dagli anni Settanta col tema del doppio e della ripetizione e con l’uso di calchi in gesso di immagini classiche, egli investe anche lo spazio fisico circostante; armonizzando piani concettuali, spaziali e figurativi, l’artista riflette sulla natura idiomatica dell’arte, interpretata come pratica di rispecchiamento. Poi il concetto di citazione diventa un’altra delle riflessioni dell’artista che egli considera come mezzo per offrire allo spettatore le sue stesse emozioni. Negli anni Ottanta si assiste ad una riscoperta dell’uso del colore. Il teatro occupa una parte fondamentale nella sua opera: oltre a vari scritti, realizza scenografie per opere teatrali, spesso collaborando con Carlo Quartucci; l’evidenziazione del meccanismo teatrale, del resto, attraversa in modi diversi l’intera produzione artistica di Paolini nel volgere della sua ricerca sullo sviluppo delle diverse possibilità di rappresentazione. Grande teorico e visionario, sempre in bilico tra contemporaneità e classicità, Paolini fa riaffiorare l’eco della storia dell’arte e classica con la chiarezza formale propria del concettuale; la sua è un’arte sull’arte in cui lo sguardo è sempre ciò che presiede alla rappresentazione, entro il dominio del linguaggio. L’osservatore è coinvolto in modo diretto: ora si trova sullo stesso piano dell’artista, ora è proiettato sulla sua opera. I ruoli di soggetto, interprete e spettatore s’intrecciano per indagare l’essenza dell’arte stessa. Paolini ha colto il senso chiuso del territorio dell’arte, disposto sempre nella vertigine del labirinto. Lo sguardo è ciò che presiede all’arte e alla sua rappresentazione e che si esercita nel dominio circoscritto del linguaggio. Paolini ha partecipato ai maggiori eventi artistici nelle Gallerie e nei Musei in Italia e all’Estero. E’ stato presente a varie Documenta di Kassel e Biennali di Venezia. Delle più recenti mostre personali ricordiamo quelle tenute a: New York, Lisbona, Roma, Torino, Padova, Parigi, Milano, Londra.