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Cesare Berlingeri

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Cittanova di Reggio Calabria, 1948.

… la sospensione è stata sempre un mio assillo. Tutta la pittura sprofonda nel muro, il mio lavoro invece non vuole toccare il muro, vuole starci sopra, autonomo e in proprio. I miei lavori sono indifferenti al luogo in cui vengono posti…”

Cesare Berlingeri, artista calabrese cresciuto nell’ambito della Pittura Informale di Tapies e Alberto Burri, nel corso degli anni ha saputo “stravolgere” ed inventare, grazie alle diverse esperienze come costumista e scenografo teatrale, un modo del tutto personale ed originale di fare arte. Muove i primi passi nello studio del Maestro Deleo, docente in pensione presso l’Accademia di Liegi, in Belgio. Nel 1964 lascia la sua casa per andare in Piemonte e dedicarsi alla decorazione di alcune chiese. Comincia a viaggiare per l’Europa e quindi a confrontarsi con altri artisti. In questi anni sperimenta tecniche e maniere diverse di dipingere usando agenti atmosferici quali vento, pioggia, fuoco e materie come calce, cemento, carta, tela, utilizzando quest’ultima non più come supporto, ma ricavandone il valore sensuale intrinseco della materia, piegandola, portando alla luce il suo carattere intimo e la sua trasparenza. Fondamentale per la sua crescita artistica è l’amicizia stretta con gli artisti della Galleria Soligo di Roma: Schifano, Festa, Turcato, Angeli. Nella stessa galleria, nel 1978, viene allestita la sua prima mostra romana dal titolo “ Trasparenze ”. Il percorso di Berlingeri, in sintonia con il clima concettuale ed astratto di quegli anni, verte inizialmente sulla luce e sulla sua impalpabilità, mediante una serie di opere realizzate con tele di lino leggero che, piegandole su se stesse, creano diversi piani di profondità e trasparenze, perché l’una non cancella l’altra, arrivando quindi alla forma pura. Continuerà a sviluppare il tema delle Piegature sino al 1980, anno in cui vive una fase di passaggio tra le istanze concettuali e l’emergere di una riscoperta della materia pittorica. Le opere di questi anni sono per lo più grandi tele dipinte con grandi gesti utilizzando colori ad olio e smalti industriali. Contemporaneamente continua il suo lavoro come scenografo e costumista teatrale. L’incontro con Tommaso Trini, nel 1990, segna l’inizio dell’esposizione dei dipinti piegati, ai quali l’artista aveva iniziato a lavorare quindici anni prima. Le famose piegature si sviluppano ora nello spazio e non più soltanto sulla superficie bidimensionale del quadro, diventando vere e proprie installazioni e approdando al loro esito più naturale ed efficace. Mediante le famose tele piegate Berlingeri intende “evocare segreti senza tuttavia svelarli completamente”; ecco allora che le sue opere nascono da un profondo desiderio di occultamento, cioè l’artista nasconde i diversi dati percettivi, conservandoli gelosamente tra le pieghe delle tele. Il Maestro vanta numerose personali, tra cui si evidenziano: “Nero Bianco Rosso Blu ”, Galleria d’Arte Moderna, Paternò; “Opere recenti ”, Teatro Vittorio Emanuele, Messina; “Viaggi ”, Galleria La Polena, Genova; “Piegare la notte”, Fondazione Mudima, Milano. Tra le esposizioni collettive a cui partecipa si ricordano: XI Quadriennale di Roma; Mostra sul disegno italiano, Tokyo; Fortezza da Basso, Firenze; Art 24, Basel; Riflessioni e ridefinizioni della pittura astratta , Civica Galleria d’Arte Moderna, Gallarate; Appunti per un’altra storia, Tortolì.