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Mimmo Paladino

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Mimmo Paladino nasce a Paduli (Benevento) il 18 dicembre 1948. Dal 1964 frequenta il Liceo Artistico di Benevento, nel periodo in cui la scena internazionale era dominata dal Minimalismo e dal Concettualismo. Nella sua prima fase s’incentra principalmente sulla fotografia, continuando a coltivare tuttavia le sue eccezionali doti di disegnatore. Nel 1977 infatti realizza un grande pastello sul muro della galleria di Lucio Amelio a Napoli e partecipa inoltre alla rassegna “Internationale Triennale für Zeichnung” organizzata a Breslavia. Dal 1978 al 1980 vive un periodo transitorio tra le iniziali posizioni concettuali e la rinnovata attenzione per la pittura figurativa. Di questa fase sono i dipinti monocromatici dalle tinte decise sui quali campeggiano strutture geometriche, ma anche oggetti ritrovati quali rami o maschere. Gli inizi degli anni ottanta sono caratterizzati dall’affermazione delle potenzialità di una pittura referenziale. Ad “Aperto ’80”, nell’ambito della Biennale di Venezia, il critico d’arte Achille Bonito Oliva propone la corrente della Transavanguardia, di cui fanno parte Chia, Clemente, Cucchi e lo stesso Paladino. Attraverso la rivisitazione dell’allegoria e del simbolismo, questo gruppo aveva puntato a ripristinare il mito, il mistero e il magico nell’arte contemporanea. Si susseguono da allora le presenze in importanti rassegne internazionali (Biennale di Venezia, Biennale di San Paolo del Brasile, Biennale di Lubiana, Tate Gallery di Londra, Fondazione Mirò di Barcellona, Biennale di Parigi, Kunsthaus di Basilea, National Museum di Pechino, Forte Belvedere di Firenze, Musée Royale des Beaux Arts di Bruxelles, etc…) grazie alle quali la sua arte viene conosciuta all’estero e riscuote immediatamente larghi consensi. Paladino si dedica anche all’attività incisoria: l’acquaforte, l’acquatinta, la linoleografia, la xilografia che interpretano magistralmente il carattere spettrale delle sue figure primordiali. Nelle sue opere l’artista immortala figure e forme ossessive talvolta ispirate all’arte ed ai manufatti provenienti da culture del passato e del presente. Il linguaggio visivo di Paladino non è né narrativo né essenziale: è fluido ed ambiguo perché l’arte, nel suo modo di esprimerla, non deve dare risposte ma formulare domande. Le sue numerose mostre personali sono state allestite in musei pubblici e gallerie private in tutto il mondo. Sue opere di pittura e di scultura si trovano in importanti spazi pubblici ed in prestigiose collezioni istituzionali e private. Attualmente vive e lavora a Benevento e a Milano.