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Andreas Serrano

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Provocatore e classico, blasfemo e religioso. Da sempre, l’apparente inconciliabilità degli opposti interessa l’attività artistica di Andres Serrano. Classe 1950, più che un fotografo, un pittore della macchina fotografica per una visione della fotografia a metà tra iperrealismo e l’inevitabile caduta in una dimensione surreale della materia trattata. Oggetto del suo lavoro è il confine tra sacro e corporale, di come l’uno influenzi l’altro e viceversa. Simbolo della sua ormai quasi trentennale carriera è il controverso “Piss Christ”, oggetto in tutto il mondo di pesanti critiche e furiosi atti di vandalismo. Opera d’arte tra le più celebri dell’artista newyorkese, si tratta semplicemente di un crocefisso immerso in una tanica di urina, a simboleggiare il rapporto bivalente tra alto e basso, tra sacro e immondo. Non è solo la religione ad essere oggetto di interesse, ma anche il sesso, la morte, le feci, il Ku Kux Klan, le armi da fuoco, i reietti d’america e molto altro. Caratterizzato da un stile quasi classico, fortemente influenzato dai colori forti e dalle nature morte della pittura del ‘500 e ‘600, Serrano impressiona gli occhi e la mente con la sua visione semplice e sconvolgente della realtà e dei meccanismi che la regolano.
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Emilio Scanavino

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Emilio Scanavino (Genova, 28 febbraio 1922 – Milano, 28 novembre 1986) è stato un pittore escultore italiano. Nel 1938 si iscrisse al Liceo Artistico Nicolò Barabino di Genova, dove conobbe il professor Mario Calonghi, figura di grande stimolo culturale per la sua prima formazione. Nel 1942 fece la sua prima mostra personale presso il Salone Romano di Genova. Nello stesso anno si iscrisse alla Facoltà di Architettura dell’Università di Milano. Nel 1947 Scanavino si recò per la prima volta a Parigi dove soggiornò per qualche tempo ed ebbe modo di incontrare poeti e artisti come Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. L’esperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo percorso stilistico, in particolare per gli echi del postcubismo che assimilò e interpretò in chiave personale fin dal 1948, quando espose alla Galleria Isola di Genova. Nel 1949 nacque il primo dei due figli. Nel 1950 espose alla XXV Biennale di Venezia. Nel 1951 in occasione di una mostra personale allaApollinaire Gallery visse per qualche tempo a Londra, dove conobbe e frequentò Philip Martin, Eduardo Paolozzi, Graham Sutherland,Francis Bacon. Nello stesso anno aprì il suo primo studio a Milano in una mansarda di Foro Bonaparte. Il critico Guido Ballo e i galleristi Guido […]
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Shozo Shimamoto

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Shōzō Shimamoto (Osaka, 22 gennaio 1928 – 25 gennaio 2013) è stato un artista contemporaneo giapponese. È stato membro del movimento d’avanguardia Gutai, fondato negli anni cinquanta. Suoi lavori sono in collezioni di musei come la Tate Gallery e la Tate Modern (a Londra e a Liverpool) e il Hyogo Prefectural Museum of Art a Kobe, Giappone. Il critico del New York Times Roberta Smith lo ha definito come uno degli sperimentatori più audaci e indipendenti della scena dell’arte del dopoguerra negli anni cinquanta. Internazionalmente noto anche nel circuito della “Mail Art”, della quale è stato un pioniere. “Shimamoto ha fortemente contribuito a rinnovare la fortissima tradizione dell’arte giapponese alla luce degli avvenimenti nella nuova dimensione del dopoguerra e del dopo bomba atomica. Con gli altri membri del Movimento, Shimamoto ha sovvertito l’idea che tutti avevano dell’arte giapponese floreale e decorativa creando così una cultura figurativa completamente nuova. Gutai, del resto, è una parola che in giapponese significa conflitto tra materia e spirito, e Gutai ha prodotto, infatti, una rottura con l’arte spirituale introducendo l’aspetto della materia nel rapporto con la dimensione lacerata dei tempi attraverso la forte frattura con la tradizione e non poteva essere diverso dopo Hiroshima e […]
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Mario Schifano

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Homs, 20 settembre 1934 – Roma, 26 gennaio 1998 Nacque nella Libia italiana, dove il padre, impiegato del ministero della Pubblica Istruzione era stato trasferito. Pochi anni dopo tornò a Roma. Si avvicinò all’arte seguendo il padre che lavorava al museo etrusco di Valle Giulia. Ritenuto da molti l’esponente di spicco della pop art italiana (sebbene lo stesso Schifano preferiva non essere inquadrato in alcuna corrente artistica), venne considerato l’erede di Andy Warhol. Insieme ai “pittori maledetti” (Franco Angeli, Tano Festa ecc.) rappresentò un punto fondamentale dell’arte contemporanea italiana ed europea; restano memorabili le sue esibizioni tra centinaia di allievi e appassionati con la creazione di dipinti di enormi dimensioni realizzati con smalti e acrilici. Moltissimi dei suoi lavori, i cosiddetti “monocromi”, presentano solamente uno o due colori, applicati su carta da imballaggio incollata su tela; l’influenza di Jasper Johns si manifestava nell’impiego di numeri o lettere isolate dell’alfabeto, ma nel modo di dipingere di Schifano possono essere rintracciate analogie con il lavoro di Robert Rauschenberg. In un quadro del 1960 si legge la parola “no” dipinta con sgocciolature di colore in grandi lettere maiuscole, come in un graffito murale. Ancora oggi le opere realizzate negli anni sessanta restano di […]
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